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domenica 10 aprile 2011

La cedolare secca-Nuova tassazione sui redditi da locazione


Con l'entrata in vigore del federalismo fiscale, il 7 aprile, è stata prevista una nuova forma di tassazione sui redditi proveniente da locazione, la cedolare secca.
Questa imposta prende il posto dell'Irpef, addizionale comunale e regionale esistente, imposta di bollo e di registro, ed è pari al 21% del reddito prodotto, che può scendere fino al 19% per i canoni concordati. Un apposito software è stato predisposto dall'Agenzia delle Entrate per poter effettuare l'operazione direttamente online.

La cedolare secca potrà essere fatta sola da persone fisiche, non riguardando, quindi, i redditi provenienti da impresa o quelli professionali, e sarà valida solo per gli immobili residenziali e le loro pertinenze affittate congiuntamente, il box auto ad esempio, e non per i locali commerciali.
La scelta di questo nuovo regime è affidata alla discrezione del locatore e va esercitata al momento della stipula del contratto, o al momento del suo rinnovo in caso di contratto già esistente.

In caso di comproprietà di un immobile, c'è la possibilità che l'opzione venga esercitata singolarmente da ciascun proprietario, attraverso la compilazione dell'apposito modulo predisposto dall'Agenzia delle entrate. In questo caso, quindi, se uno dei proprietari non ha intenzione di esercitare l'opzione, l'imposta di registro gli verrà computata sulla parte di reddito spettante a lui.
Il pagamento per questa imposta avviene in modo analogo a quello dell'Irpef, una rata d'acconto quindi, pari all'85% dell'intero importo, e una a saldo.
Siccome la scelta di quest'imposta è opzionale, è giusto fare le dovute considerazioni prima di effettuarla.

In alcuni casi, infatti, può essere meno conveniente del regime ordinario, per il quale, ad esempio, in caso di aliquota più bassa di imposta si hanno diritto a detrazioni e deduzioni, che non sono previste, invece, in caso di cedolare.
Da alcune simulazioni fatte, la cedolare risulta essere sconveniente per redditi inferiori a 15.000 euro, e il proprietario, inoltre, non potrà chiedere aumenti, nemmeno su base Istat, per tutta la durata del contratto.

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